back IL NONO COMANDAMENTO

Non desiderare la donna d'altri

L'adulterio del pensiero. Se la vita cristiana non viene protetta nel pensiero, se non la si difende a livello intellettuale, si scompone e si spegne. Il peccato trova la sua radice sempre nell'intelligenza della persona. L'individuo pecca sempre perché è un essere pensante. Gesù insegna: «Chi guarda una donna e la desidera, in cuor suo commette adulterio» (Mt 5,28). Da qui trae origine la rottura dell'unità coniugale, che poi scende nel cuore e nel corpo, e travolge nella spirale delle colpe della carne e del sesso. A questo proposito si veda quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 1853, 2520).

Al penitente che confessava pensieri contro il nono comandamento chiedeva: «Li hai scacciati, li hai assecondati?». E quando la risposta era negativa e c'era la recidività, la trascuratezza nell'uso dei mezzi, Padre Pio era inesorabile: rimandava. Giustificava il suo comportamento con queste parole di fronte a chi tentava una difesa: «L'inferno è nato da un solo peccato di pensiero».

Per Padre Pio la televisione era «il diavolo in casa».

Come pure era severo contro la moda indecente. Da profeta vedeva lontano; per questo ha lottato, con metodi duri, contro la moda, che proprio negli anni sessanta ha iniziato il processo spudorato che oggi ha distrutto ogni etica.

A una donna, che si confessava con un vestito a maniche appena sotto il gomito, disse: «Vedi, io ti segherei il braccio, soffriresti meno di quanto ne soffrirai in purgatorio».

Padre Pio non aveva paura della chiesa vuota. Ai primi anni sessanta, durante la sua campagna contro la moda indecente che avanzava, tra l'indifferenza generale, con un anno di anticipo rispetto alla comparsa della minigonna, Padre Pio aveva cominciato a esigere dalle donne la gonna lunga, al polpaccio. Metodo che applicava pure alle ragazzine. Comportamento che sembrava strano, ma un anno dopo venne la spiegazione: era arrivata la minigonna.

In quel tempo, accadeva, talvolta, che prima di entrare in chiesa la penitente abbassasse la gonna. Ma per il Padre non vi era spazio per il fariseismo, per cui la poveretta si sentiva dire che la chiesa non era un teatro, oppure: «Vattene pagliaccio».

Nel 1964 il Guardiano gli fece incontrare nella sala di san Francesco una principessa di una famiglia reale spodestata che risiedeva in Grecia. Ovviamente si era presentata con gonne lunghe, ma Padre Pio trovò modo di evitare l'incontro. Al Guardiano che se ne lamentava, rispose che solo per quell'occasione la principessa portava la gonna lunga.

Il suo comportamento suscitava lamenti non solo nelle penitenti che poi finivano per capire, ma anche negli altri. Un giorno il padre cappuccino P. M., che lo accompagnava, dice a Padre Pio: «Ma, Padre, se continuate così, voi svuotate la chiesa». Risposta: «Meglio una chiesa vuota che profanata». E altra volta: «Meglio la chiesa vuota che piena di diavoli». Non è forse la regola tracciata da Gesù stesso, quando ha cacciato i profanatori dal tempio di Gerusalemme?

Padre Pio ha dato prova che alla fine è l'autenticità della morale a vincere.