FIGLI SPIRITUALI

Il Rosario e l'Eucaristia
sono due doni meravigliosi.

Figli spirituali

Amiamo e preghiamo!

  

COME DIVENTARE FIGLI SPIRITUALI DI PADRE PIO

(Fra Modestino da Pietrelcina, Io... testimone del Padre, cap. 14)

Divenire figlio spirituale di Padre Pio è stato sempre un sogno di ogni anima devota che si è avvicinata al Padre e alla sua spiritualità.

Meritare questo titolo ambito era la meta di ognuno giacché Padre Pio, prima di accettare un figlio o una figlia spirituale, voleva in questi constatare una vera conversione di vita e l'inizio di un itinerario ascetico, beneficamente influenzato dalla sua assistenza e dalla sua protezione.

Nell'anno 1956 ero di famiglia presso il convento dei cappuccini di Agnone, una ridente cittadina del Molise, e meditavo sui benefici che potevano lucrare coloro che venivano accettati dal Padre quali suoi figli spirituali. Poi, pensavo con rammarico a tutti quelli che non potevano andare a San Giovanni Rotondo per chiedere a Padre Pio l'adozione spirituale e a quelli, ancor meno fortunati, che si sarebbero avvicinati al Padre dopo il suo transito terreno.

Avrei voluto, invero, che tutti potessero degnamente «vantarsi», anche in futuro, di essere «figli spirituali di Padre Pio».

Questo desiderio si aggiungeva ad un altro che avevo tentato di realizzare fin da quando in me veniva prendendo consistenza la vocazione religiosa: «diffondere la devozione alla Madonna mediante la recita quotidiana del santo Rosario».

In quell'anno, con questi due desideri nel cuore, venni in vacanza a San Giovanni Rotondo per trascorrere alcuni giorni vicino al Padre.

Mentre mi confessavo da lui, in sacrestia, ebbi un'ispirazione e, fattomi animo, dopo l'accusa dei peccati, gli chiesi: «Padre, vorrei formare ad Agnone i suoi figli spirituali».

Padre Pio, pur esprimendo con la dolcezza dei suoi occhi grandi e luminosi l'intuizione del mio desiderio, rispose con indescrivibile tenerezza: «In che consiste ciò che mi chiedi?».

Incoraggiato da quello sguardo, soggiunsi:

«Padre, vorrei assumere, come suoi figli spirituali, tutti coloro che s'impegneranno a recitare ogni giorno una corona di Rosario e a far celebrare di tanto in tanto una santa Messa secondo le sue intenzioni. Posso farlo oppure no?».

Padre Pio, allargando le braccia, alzò gli occhi al cielo ed esclamò: «E io, fra Modestino, posso rinunziare a questo grande beneficio? Fa' ciò che mi chiedi e io ti assisterò».

Tornato ad Agnone iniziai con entusiasmo la mia nuova missione. Il santo Rosario si diffondeva e la famiglia spirituale di Padre Pio ora cresceva anche tramite la mia povera persona.

Un'altra volta, avvicinai il Padre mentre pregava sul matroneo della chiesa e gli domandai: «Padre, che cosa devo dire ai suoi figli spirituali?».

E lui mi rispose con un tono che faceva trasparire un amore intenso: «Riferisci che io do loro tutto il mio animo, purché siano perseveranti nella preghiera, e nel bene».

Un'altra volta ancora, mentre dal coro lo accompagnavo alla cella, gli chiesi: «Padre, il numero dei suoi figli spirituali è ormai grande! Che devo fare, fermarmi o accoglierne altri?».

E Padre Pio, aprendo le braccia, con un'esclamazione che fece vibrare il mio cuore rispose: «Figlio mio, allarga quanto più puoi, perché sono più beneficati loro davanti a Dio che io stesso».

In occasione degli innumerevoli incontri avuti col Padre, devo dire che avevo sempre richiesto in dono un qualche suo ricordo. Mai, però, il mio desiderio era stato esaudito.

Nei primi giorni del mese di settembre del 1968, mi trovavo a Isernia allorché il Padre affidò ad un mio confratello quest'incarico:

«Di' a fra Modestino che quando verrà a San Giovanni Rotondo gli darò una bella cosa».

Quando il 20 settembre ci fu il raduno internazionale dei Gruppi di preghiera a San Giovanni Rotondo, corsi da lui.

Dopo aver celebrato la Messa solenne, Padre Pio fu accompagnato sulla veranda. Erano presenti padre Onorato Marcucci e padre Tarcisio da Cervinara. L'abbracciai a lungo. Era profondamente commosso. Tante emozioni, in quel giorno, l'avevano provato duramente. Parlava a stento. Ora, piangeva in silenzio. Ad un tratto mi fece cenno di avvicinarmi. M'inginocchiai vicino. Si tolse delicatamente dal polso l'inseparabile corona e me la depose tra le mani, aperte al dono, con uno sguardo che sembrava dirmi: «Ecco, ti affido il santo Rosario. Divulgalo, diffondilo tra i figli miei».

Era la definitiva ratifica di un mandato, di un incarico meraviglioso.

Oggi, dopo la sua morte, i figli spirituali di Padre Pio non si contano più. Questa grande famiglia si riunisce, idealmente, in spirito, ogni sera alle 21, intorno alla tomba del Padre.

Lì ci sono io, fra Modestino, a guidare la recita del santo Rosario. Tutti coloro che, dalle loro case, si uniranno alla recita della preghiera che il Padre preferiva, dalle ore 21 alle 21.30, e ogni tanto faranno celebrare una santa Messa secondo le intenzioni di Padre Pio, potranno divenire suoi figli spirituali.1

Questo l'assicuro sotto la mia personale responsabilità.

Beneficeranno della continua assistenza del Padre e della mia povera preghiera presso la sua tomba.

Quante corone di Rosario, ormai, s'intrecciano a sera, intorno al sepolcro glorioso di Padre Pio!

Quante grazie la celeste Mammina ottiene ai figli spirituali di Padre Pio, che nel suo nome si uniscono in preghiera da tutte le parti del mondo!

Chi s'impegna a recitare la corona benedetta, ovviamente dovrà ripudiare il peccato e seguire, per quanto gli sarà possibile, l'esempio di Padre Pio. Da questo si riconosceranno i figli spirituali del Padre: saranno uniti dal vincolo della dolce catena che ci lega a Dio (il Rosario); ameranno, pregheranno e soffriranno come ha amato, pregato e sofferto Padre Pio, per il bene della propria anima e per la salvezza dei peccatori.

Le numerosissime telefonate di grazie ricevute, che mi pervengono, testimoniano che Padre Pio, fedele alla sua promessa, protegge in modo tutto particolare i suoi figli spirituali che, alle nove della sera, non mancano all'appuntamento con la Vergine santa, attraverso la recita del suo Rosario.

1 Attualmente il Rosario è recitato alle 20.45. Chi non potesse pregarlo a quell'ora può farlo in un altro momento della giornata. Fra Modestino è morto il 14 agosto 2011, vigilia dell'Assunta.