CAPITOLO IX

O CLEMENTE, O PIA

Quanto è grande la clemenza e la pietà di Maria

Parlando della grande pietà che la Vergine ha verso di noi miserabili, san Bernardo dice che «Maria è la terra promessa, che produce in abbondanza latte e miele». San Leone dice che le viscere della Vergine sono così ricche di misericordia, che ella merita non solo di essere chiamata misericordiosa, ma la misericordia stessa. San Bonaventura, considerando che Maria è stata fatta Madre di Dio in favore dei miserabili e che a lei è affidato il compito di dispensare la misericordia; considerando inoltre la grande cura che ella si prende di tutti i miseri, che la rende così ricca di pietà, che pare non desideri altro se non dar sollievo ai bisognosi, diceva che quando guardava Maria, gli sembrava di non vedere più la divina giustizia, ma solamente la divina misericordia di cui Maria è rivestita.

Così grande insomma è la bontà di Maria che, come dice l'abate Guerrico, le sue viscere amorose non desistono mai dal produrre frutti di pietà. E san Bernardo esclama: «Che altro può scaturire da una fonte di pietà se non pietà?». Perciò Maria fu paragonata all'ulivo: «Come un ulivo maestoso nei campi» (Sir 24,14), perché come dall'ulivo non esce altro che olio, simbolo della misericordia, così dalle mani di Maria non escono che grazie e misericordie. Perciò il venerabile Luigi da Ponte dice: «Giustamente Maria può essere chiamata Madre dell'olio, poiché è madre della misericordia». Quindi, se ricorriamo a questa buona Madre per chiederle l'olio della sua pietà, non possiamo temere che ce lo neghi, come lo negarono le vergini prudenti alle stolte rispondendo: «Che non abbia a mancare per noi e per voi» (Mt 25,9). No, poiché Maria è ricca di quest'olio di misericordia, come afferma san Bonaventura. Perciò la santa Chiesa la chiama Vergine non solo prudente, ma prudentissima, affinché, dice Ugo di san Vittore, noi comprendiamo che Maria è così piena di grazia e di pietà, che basta a provvederne tutti, senza che a lei ne manchi: «Se le vergini prudenti insieme alle lampade presero anche dell'olio nei vasi, tu, Vergine prudentissima, portasti un vaso sovrabbondante e inesauribile, versando dal quale l'olio della misericordia, potessi illuminare le lampade di tutti».

Ma perché si dice che quest'ulivo sta in mezzo ai campi e non piuttosto in mezzo a un orto circondato da muri o da siepi? Ugo di san Vittore risponde: «Affinché tutti possano facilmente vederlo e ricorrervi per ottenere rimedio ai loro bisogni». Questo bel pensiero è confermato da sant'Antonino: «Ad un ulivo che sta esposto in un campo aperto tutti possono avvicinarsi e coglierne il frutto. A Maria tutti possono ricorrere, giusti e peccatori, per ottenere la sua misericordia». E il santo aggiunge: «Quante sentenze di castighi questa santa Vergine ha saputo revocare con le sue pietose preghiere in favore dei peccatori che sono ricorsi a lei!». Il devoto Tommaso da Kempis scrive: «Quale altro rifugio più sicuro possiamo noi trovare che il seno pietoso di Maria? Là il povero trova il suo alloggio, là l'infermo trova la sua medicina, l'afflitto il sollievo, il dubbioso il consiglio, l'abbandonato il soccorso».

Poveri noi, se non avessimo questa Madre di misericordia, attenta e sollecita a soccorrerci nelle nostre miserie! «Dove non c'è la donna, geme e patisce l'infermo» (Sir 36,27 Vulg.). San Giovanni Damasceno afferma che questa donna è appunto Maria, mancando la quale, patisce ogni infermo. Infatti, poiché Dio vuole che tutte le grazie si dispensino per le preghiere di Maria, se queste venissero a mancare, non vi sarebbe speranza di misericordia, come il Signore rivelò a santa Brigida.

Temiamo forse che Maria non veda e non compatisca le nostre miserie? No, poiché le vede e le compatisce molto meglio di noi. Dice sant'Antonino: «Non si trova nessuno tra i santi che ci compatisca nei nostri mali come la beata Vergine Maria». «Dovunque si trova una miseria, la tua misericordia accorre e soccorre», esclama Riccardo di san Vittore rivolgendosi a lei. Lo conferma il Mendoza: «Sicché, Vergine benedetta, tu dispensi largamente le tue misericordie, dovunque scopri le nostre miserie». Da tale ufficio di pietà non desisterà mai la nostra buona Madre, come dichiara essa stessa: «Sino al secolo futuro non verrò meno e nell'abitazione santa al suo cospetto esercitai il ministero» (Sir 24,14 Vulg.). Il cardinale Ugo di san Caro commenta: «Sino al secolo futuro, cioè dei beati, non cesserò, dice Maria, di soccorrere le miserie degli uomini e di pregare per i peccatori, affinché si salvino e siano liberati dalla miseria eterna».

Svetonio narra che l'imperatore Tito era così desideroso di concedere grazie a chi gliele chiedeva, che nei giorni in cui non aveva l'occasione di farne, diceva afflitto: «Ho perduto un giorno»; questo giorno è stato perduto per me, perché l'ho passato senza beneficare nessuno. Verosimilmente, Tito diceva questo più per vanità o per ricerca di stima, che per un sentimento di carità. Ma la nostra sovrana Maria, se un giorno non avesse l'occasione di fare nessuna grazia, direbbe la stessa cosa solo perché è piena di carità e di desiderio di farci del bene. Anzi, dice Bernardino da Busto, la Vergine vuole dispensare a noi le grazie più di quanto noi desideriamo riceverle. Perciò quando ricorriamo a lei, la troveremo sempre con le mani piene di misericordia e di liberalità.

Fu figura di Maria Rebecca, la quale, al servo di Abramo che le chiedeva un po' d'acqua per bere, rispose: «Anche per i tuoi cammelli attingerò, finché abbiano bevuto abbastanza» (Gn 24,19). Perciò san Bernardo si rivolge così alla beata Vergine: «Signora, non soltanto al servo di Abramo, ma anche ai cammelli versa acqua dalla tua anfora traboccante». Egli vuol dire: Signora, tu sei ben più pietosa e generosa di Rebecca e perciò non ti contenti di dispensare le grazie della tua immensa misericordia solamente ai servi di Abramo, che simboleggiano i servi fedeli a Dio, ma le dispensi anche ai cammelli, che sono figura dei peccatori. Come Rebecca diede più di ciò che le fu richiesto, così Maria dona più di quel che le si domanda. «La liberalità di Maria, dice Riccardo di san Lorenzo, somiglia alla liberalità di suo Figlio, il quale dà sempre più di quanto gli si chiede». Perciò san Paolo lo proclama «ricco verso tutti quelli che l'invocano» (Rm 10,12). Così un devoto autore dice alla Vergine: «Signora, prega tu per me, perché tu chiederai le grazie per me con maggiore devozione di quel che io oserei fare e mi otterrai da Dio grazie maggiori di quelle che io potrei sperare».

Quando i Samaritani rifiutarono di ricevere Gesù Cristo e la sua dottrina, san Giacomo e san Giovanni chiesero al loro Maestro: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma il Salvatore rispose: «Non sapete di quale spirito siete» (Lc 9,54-55). Come se dicesse: «Io sono di uno spirito così pietoso e dolce che sono venuto dal cielo per salvare, non per punire i peccatori; e voi volete vederli perduti? Che fuoco, che castigo? Tacete, non mi parlate più di castighi, perché non è questo il mio spirito». Ma non possiamo dubitare che Maria, il cui spirito è perfettamente simile a quello del Figlio, non sia tutta incline a usare misericordia, poiché, come ella disse a santa Brigida: «Io sono chiamata madre della misericordia e la misericordia di Dio mi ha fatto così pietosa e dolce verso tutti». Perciò san Giovanni vide Maria vestita di sole: «Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole» (Ap 12,1). Commentando queste parole, san Bernardo dice alla Vergine: «Tu vesti il sole e da lui vieni vestita». Signora, tu hai vestito il sole - il Verbo divino - della carne umana; ma egli ha vestito te della sua potenza e della sua misericordia.

Questa Regina è così pia e benigna, dice san Bernardo, che quando qualunque peccatore va a raccomandarsi alla sua pietà, ella non si mette ad esaminare i meriti di lui, se è degno o no di essere esaudito, ma esaudisce e soccorre tutti. Maria è chiamata «Bella come la luna» (Ct 6,10). La luna illumina e reca vantaggio anche ai corpi più bassi della terra; così Maria, scrive sant'Ildeberto, illumina e soccorre i peccatori più indegni: «Bella come la luna, perché è bello far del bene agli indegni». E benché la luna prenda tutta la sua luce dal sole, opera più presto del sole: «Quello che il sole fa in un anno, la luna lo fa in un mese», osserva un autore. Perciò sant'Anselmo dice: «A volte troviamo più velocemente la salvezza invocando il nome di Maria che invocando quello di Gesù». Dunque, ci esorta Ugo di san Vittore, se i nostri peccati ci fanno temere di accostarci a Dio, perché è una Maestà infinita che abbiamo offeso, non dobbiamo esitare a ricorrere a Maria, poiché in lei non troveremo nulla che ci spaventi. È vero che è santa, che è immacolata, regina del mondo, Madre di Dio; ma è della nostra carne, figlia di Adamo come noi.

Insomma, dice san Bernardo, tutto ciò che appartiene a Maria è grazia e bontà poiché ella, come madre di misericordia, si è fatta tutta a tutti e per la sua grande carità si è resa debitrice verso i giusti e i peccatori. A tutti apre il seno della sua misericordia, affinché tutti ricevano dalla sua pienezza. Il demonio, dice san Pietro: «Va in giro come un leone ruggente, cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). Maria al contrario, scrive Bernardino da Busto, va sempre cercando per dare la vita e salvare chi può.

Dobbiamo essere certi, dice san Germano, che la protezione di Maria è più grande e potente di quanto noi possiamo comprendere. Perché mai Dio, che nell'antica legge era così rigoroso nel punire, usa ora tanta misericordia ai rei dei più gravi peccati? A questa domanda l'autore del Pomerio risponde: «Lo fa per amore e per i meriti di Maria». «Da quanto tempo sarebbe sprofondato il mondo, esclama san Fulgenzio, se Maria non lo avesse sostenuto con le sue preghiere!». Sant'Arnoldo abate aggiunge che possiamo presentarci a Dio con piena sicurezza e sperarne ogni bene, perché il Figlio è nostro mediatore presso il Padre e la Madre presso il Figlio. Come il Padre non esaudirebbe il Figlio quando gli mostra le ferite sofferte per i peccatori? E come il Figlio non esaudirebbe la Madre, quando gli mostra il seno che lo ha nutrito. San Pier Crisologo dice con bella energia: «Questa Vergine unica, avendo alloggiato Dio nel suo seno, esige come prezzo dell'alloggio la pace per il mondo, la salvezza per i perduti, la vita per i morti».

Dice l'abate di Selles: «Quanti che meriterebbero di essere condannati dalla divina giustizia sono salvati dalla pietà di Maria! Tesoro di Dio e tesoriera di tutte le grazie, la nostra salvezza è nelle sue mani». Ricorriamo dunque sempre a questa grande Madre di misericordia e speriamo fermamente di salvarci per mezzo della sua intercessione, poiché ella - ci incoraggia Bernardino da Busto - «è la nostra salvezza, la vita, la speranza, il consiglio, il rifugio, l'aiuto nostro». «Accostiamoci con fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia per opportuno soccorso» (Eb 4,16): questo trono a cui l'Apostolo ci esorta a ricorrere fiduciosamente è appunto Maria, commenta sant'Antonino. Perciò santa Caterina da Siena la chiamava «Dispensatrice della misericordia».

Concludiamo dunque con la bella e dolce esclamazione di san Bernardo sulle parole: O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. «O Maria, tu sei clemente verso i miseri, pia verso quelli che ti pregano, dolce verso quelli che ti amano. Clemente verso i penitenti, pia verso quelli che fanno progressi, dolce verso quelli che sono perfetti. Ti mostri clemente liberandoci dai castighi, pia nel dispensarci le grazie, dolce donandoti a quelli che ti cercano».