back QUINTO MISTERO GLORIOSO

L'INCORONAZIONE DI MARIA

Riflessione

«Vieni dal Libano, o mia sposa, vieni dal Libano: vieni e sarai coronata» (Ct 4,8).

Così lo Spirito Santo andava sussurrando al cuore di Maria, finché l'invito si tradusse in palpitante realtà. Ma l'ultimo mistero di predilezione nella vita della Vergine non si svolge sulla terra. Lassù, nel cielo dei cieli, fra il tripudio degli angeli e dei santi, nella luce folgorante di Dio, Maria viene incoronata dalla SS. Trinità, Regina del cielo e della terra, mediatrice universale di grazie presso il trono di Dio, dispensatrice dei divini tesori, madre tenerissima e guida di tutte le anime.

L'umile ancella che ha vissuto nel nascondimento, poveramente, operosamente, nella dedizione, in continua preghiera è ora esaltata dal «giusto Giudice» al di sopra di ogni grandezza celeste dopo Dio, oltre ogni potenza creata, e Iddio stesso si piega alla preghiera amorosa di Lei.

La Madre dolorosa che visse intrepidamente nell'anima la Passione del Figlio è ora saziata alla stessa sorgente di beatitudine di Gesù. L'affetto del suo Cuore Immacolato, tenerissimo, umile e adorante, è ora trasumanato, naufrago nell'oceano dell'Amore senza fine.

Maria corrispose con assoluta fedeltà ai disegni della Provvidenza con il suo immutabile fiat, e Dio la investe di un potere sovrano a cui sottostanno i santi del cielo, le anime sofferenti del Purgatorio, i fedeli militanti sulla terra.

Ella visse di fede, fermamente credendo alle verità rivelate, anche fra le fitte tenebre delle persecuzioni e delle apparenti delusioni cui furono soggette la vita e l'opera di Gesù, e Dio le svela il suo volto e l'ammette ai segreti della visione beatifica, nel più alto grado possibile ad una creatura.

Anche noi, figli di Maria, esultiamo della gloria e della potenza toccata in sorte alla Madre nostra. «Ricordati anche della gioia che io godo in cielo», rammentava un giorno la Vergine apparendo a S. Tommaso di Canterbury. Consideriamo spesso i trionfi di Maria SS., e siamo pronti a ricorrere in ogni occasione al suo patrocinio potentissimo.

Il nostro paradiso in terra sia nel meditare i gaudi, i dolori e le grandezze di Maria, madre nostra; sia nell'amarla teneramente e incondizionatamente. La devozione alla Vergine SS. è pegno di salvezza; saperla pregare è segno di predestinazione, amarla sia la nostra felicità.

Ma l'amore è conforto; è ammenda d'onore, è riparazione al cuore della nostra Madre, per gli oltraggi che Lei riceve direttamente, per le orribili bestemmie lanciate al suo nome ed alle sue virtù santissime e per le offese fatte al suo divin Figliuolo, che si ripercuotono, con strazio indicibile, nel suo cuore materno. Sacrifichiamoci, nell'abnegazione del nostro dovere, perseverando, sino alla fine, e non cessiamo d'implorare dal Cuore Immacolato di Maria che ci sia in vita e in morte rifugio sicuro, e via per andare a Dio.