COME RECITARE IL ROSARIO

(Dal libro: Padre Pio parla della Madonna)

Il santo dava poi suggerimenti per recitare bene questa preghiera.

Chiese una volta ad una figlia spirituale: «Sai come si dice il Rosario?».

E, senza aspettare risposta, continuò: «Si fa un atto di amore, dicendo: "Gesù, ti amo con tutto il cuore"; poi un atto di dolore: "Gesù, mi pento di averti offeso", quindi si bacia il crocifisso e si dicono il Pater, le 10 Ave Maria, per concludere con il Gloria».

Anche a Lucia Merendino Padre Pio consigliava: «Quando recitate il Rosario dopo il Gloria dite: "Gesù, vi amo e mi pento di avervi offeso". Con questa giaculatoria fate un atto d'amore e un atto di dolore».

E, prevenendo l'obiezione di chi vede il Rosario come una preghiera ripetitiva, insisteva sulla meditazione del mistero, che cambia ad ogni decina. E precisava ad una figlia spirituale: «L'attenzione deve essere portata, sì, al saluto che rivolgi alla Vergine, ma guardando al mistero che contempli. In tutti i misteri Lei era presente, a tutti partecipò con l'amore e il dolore».

Ad Enedina Mori dà anche qualche suggerimento per poter recuperare la concentrazione, dopo aver pregato a lungo: «Tu, quando ti stanchi, ti riposi, e poi ricomincia un'altra volta».

P. Eusebio Notte ci fa sapere che, quando Padre Pio era a Pietrelcina, a sera si metteva fuori della sua casa su un muretto ed aspettava che i contadini, tornati dalla campagna, cenassero. Poi con essi, quando si era formato un bel gruppetto, recitava il Rosario.