VISITA XVIII

Gesù nostro fedele compagno

Alla fine dei tempi, nella valle di Giosafat, Gesù siederà su un trono di gloria; ora, nel santissimo Sacramento siede su un trono di amore.

Se un re, per dimostrare l'amore a un pastorello, si stabilisse nel suo paesino, non sarebbe una ingratitudine se questi non andasse spesso a fargli visita, sapendo che il re desidera tanto vederlo e, per vederlo spesso, ha fissato lì la sua residenza?

Sì, Gesù mio, lo so bene che per amor mio hai scelto come tua dimora il Sacramento dell'altare. Vorrei, dunque, notte e giorno, se mi fosse possibile, starmene alla tua presenza.

Se gli angeli, Signore mio, stanno sempre intorno a te, stupiti dell'amore che hai per noi, è giusto che anche io, vedendoti su questo altare, almeno me ne stia davanti a te a lodare l'amore e la bontà che hai per me. «Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. A te voglio cantare davanti agli angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per la tua fedeltà e la tua misericordia: hai reso la tua promessa più grande di ogni fama» (Sal 137,1-2).

O Dio sacramentato, o pane degli angeli, o cibo divino, io ti amo; ma né tu né io siamo contenti dell'amore che ti porto. Ti amo, ma troppo poco. Fa', Gesù mio, che io riconosca la bellezza, l'immensa bontà che amo. Fa' che il mio cuore si liberi da tutti gli affetti terreni e dia spazio solo al tuo divino amore.

Tu, per farmi innamorare di te e per unirti a me, scendi ogni giorno dal cielo sugli altari; perciò anch'io non devo pensare ad altro che ad amarti, adorarti, darti gusto.

Ti amo con tutta l'anima mia, con tutti gli affetti miei. E se mi vuoi ripagare di questo amore, dammi più amore, più ardore, che mi facciano amare te sempre di più, e sempre più desiderare di compiacerti.

Gesù, amore, dammi amore.

Maria rifugio dei peccatori

Come capita ad alcuni poveri ammalati, che sono respinti da tutti e trovano accoglienza solo in qualche pubblico ospizio, così i peccatori più infelici, benché allontanati da tutti, vengono accolti dalla misericordia di Maria, scelta da Dio proprio per essere il rifugio, l'ospedale dei peccatori. Come scrive san Basilio: «Dio ha aperto ai peccatori un pubblico ospedale» e sant'Efrem la invoca: «Rifugio dei peccatori».

Dunque, Regina mia, se ricorro a te, non puoi allontanarmi per i miei peccati; anzi quanto più sono infelice, tanto più ho ragione di essere accolto sotto la tua protezione, dal momento che Dio ti ha creato per essere il rifugio dei più infelici.

Sicché, o Maria, io a te ricorro e mi metto sotto il tuo manto. Tu sei il rifugio dei peccatori; sei tu la speranza della mia salvezza. Se tu mi scacci, a chi potrei ricorrere?

Maria, mio rifugio, salvami.