VISITA XX

Gesù sorgente di vita

«In quel tempo - dice il profeta Zaccaria - sgorgherà una sorgente per eliminare i peccati e ogni idolatria dei discendenti di Davide e degli abitanti di Gerusalemme» (Zc 13,1).

Gesù nel sacramento dell'Eucaristia è appunto questa sorgente di cui parla il profeta, accessibile a tutti, dove possiamo, se lo vogliamo, lavare le nostre anime da tutte le macchie dei peccati che commettiamo quotidianamente. Quando commettiamo qualche difetto, non c'è miglior rimedio che ricorrere subito a Gesù sacramentato.

Ebbene, così mi propongo di fare sempre, o Gesù, sapendo che le acque di questa tua sorgente non solo mi lavano, ma mi danno luce e vigore per non peccare e sopportare con gioia le contrarietà, e mi infiammano ad amarti.

So bene che proprio per questo attendi una mia visita e ricompensi abbondantemente la visita di chi ti ama.

Signore mio, suvvia, purificami da tutti i difetti che oggi ho commesso e di cui mi pento. Dammi la forza di non ricaderci e un grande desiderio di amarti assai.

Potessi starti sempre vicino come faceva la tua fedele serva Maria Diaz, contemporanea di santa Teresa di Gesù che, con il consenso del vescovo di Avila, ottenne di vivere nella tribuna della chiesa di sant'Emiliano per stare sempre davanti al santissimo Sacramento, che chiamava il suo vicino, e non la abbandonava se non per confessarsi e comunicarsi.

Il venerabile frate Francesco del Bambino Gesù, carmelitano scalzo, passando davanti alle chiese dove stava il Sacramento, non poteva fare a meno di entrare e visitarlo, ritenendo sconveniente per uno che passa davanti alla casa di un suo amico non entrare almeno per salutarlo e rivolgergli una parola. Sappiamo poi che il frate non si accontentava di una parola, ma si tratteneva quanto più gli era possibile davanti al suo amato Signore.

Unico e infinito mio bene, capisco che tu hai istituito questo Sacramento e rimani su questo altare per essere amato da me, e per questo mi hai dato un cuore capace di amarti tanto. Perché allora, ingrato, non ti amo? O ti amo così poco? Non è giusto che una bontà amabile come la tua sia amata così poco. Almeno l'amore che mi porti merita altro amore da parte mia. Tu sei un Dio infinito, io una povera creatura. È già poco che io muoia per te, mi consumi per te che sei morto per me, che ti sei nascosto in questo Sacramento per me e ogni giorno per amor mio ti sacrifichi sull'altare. Tu meriti di essere molto amato, e io molto voglio amarti. Aiutami, Gesù mio, aiutami ad amarti, a fare ciò che tanto piace a te e che insistentemente mi chiedi.

Io sono del mio Amore e il mio Amore è mio (Ct 6,3).

Maria madre di tutti

Regina mia dolcissima, amabilissima, ricca di pietà, quanta fiducia mi dà san Bernardo, quando ricorro a te. Dice infatti che tu non badi ai meriti di chi ricorre alla tua comprensione, ma che sei pronta ad aiutare chiunque si rivolga a te: «Maria non sta a verificare i meriti, ma si rende disponibile a quanti la invocano».

Dunque, se ti prego, tu benevolmente mi ascolti. Ascolta allora quanto ho da dirti. Mi riconosco un povero peccatore che merita mille volte l'inferno, ma voglio cambiar vita. Voglio amare il mio Dio che ho tanto offeso. Mi dichiaro tuo servo e, misero come sono, mi affido a te. Salva, quindi ti dico, chi è tuo e non più suo.

Signora mia, hai inteso? Spero che tu mi abbia ascoltato ed esaudito.

Maria, a te appartengo: salvami (cf. Sal 118,94).