Gesù nostro paradiso «Dove sarà il corpo, là si raduneranno anche le aquile» (Lc 17,37). I santi per questo corpo intendono comunemente quello di Gesù Cristo e per le aquile quelle persone di vita spirituale che, staccandosi dalle cose terrene, come tante aquile volano in cielo, al quale sempre sospirano con il cuore e con la mente, e che scelgono come dimora abituale. Ma queste aquile anche in terra scoprono il loro paradiso dove trovano Gesù sacramentato, e sembra che non possano mai saziarsi di stargli intorno. Se le aquile, dice san Girolamo, quando sentono l'odore di un morto partono da lontano per trovarlo, quanto più siamo obbligati noi a correre e volare verso Gesù nel santissimo Sacramento come alla più cara esca dei nostri cuori. I santi in questa valle di lacrime hanno sempre cercato di correre, come cervi assetati, verso questa fonte di paradiso. Il padre Baldassarre Alvarez, gesuita, in qualsiasi attività si trovasse impegnato, teneva lo sguardo sempre volto al luogo dove si trovava il Sacramento; lo visitava molto spesso e, a volte, vi si tratteneva in adorazione intere notti. Si rammaricava, poi, che i palazzi dei nobili fossero gremiti di gente intenta a corteggiare un uomo dal quale speravano qualche misero bene, mentre erano deserte le chiese, dove abita il sommo Principe del mondo che sta in terra, assiso su un trono d'amore, ricco di beni immensi ed eterni. E riteneva particolarmente fortunati i religiosi che, nelle loro case, possono visitare quando vogliono, notte e giorno, questo gran Signore nel santissimo Sacramento. Tu, Signore mio amantissimo, pur sapendomi così spregevole e ingrato al tuo amore, tuttavia con tanta bontà mi inviti ad accostarmi a te. Ma le mie miserie non devono scoraggiarmi: vengo e mi avvicino a te. Trasformami tutto: liberami da ogni amore, da ogni desiderio, da ogni pensiero che non è per te. Gesù mio, amor mio, tesoro mio, mio tutto, voglio accontentare solo te, solo a te voglio dare gusto. Tu solo meriti tutto il mio amore, te solo voglio amare con tutto il mio cuore. Staccami da tutto e legami solo a te. Legami però così saldamente che io non possa più separarmi da te, in questa vita e nell'altra. Gesù mio dolcissimo, non permettere che io mi separi da te. Maria avvocata dei peccatori Da Dionisio Cartusiano Maria è invocata «protettrice di tutti i peccatori che si rifugiano presso di lei». E poiché, o gran Madre di Dio, il tuo ruolo è proprio quello di difendere le cause più disperate dei colpevoli più ostinati che ricorrono a te, eccomi oggi ai tuoi piedi. A te ricorro e con san Tommaso da Villanova grido: «Orsù, avvocata nostra, adempi il tuo ufficio»; prendi nelle tue mani la mia causa. È vero che ho fin troppo offeso il mio Signore, anche dopo tante grazie e benefici ricevuti; ma ormai il male l'ho fatto. Tu mi puoi salvare: è sufficiente che tu dica a Dio che sei tu a difendere la mia causa e io sarò perdonato e salvo. Madre mia cara, tu mi devi salvare. |