VISITA XXV

Gesù modello di obbedienza

San Paolo loda l'obbedienza di Gesù Cristo dicendo che obbedì all'eterno Padre fino alla morte: «Abbassò se stesso, fu obbediente fino alla morte, alla morte di croce» (Fil 2,8). Ma in questo Sacramento è andato oltre poiché si è reso obbediente non solo all'eterno Padre ma anche agli uomini; e non solo fino alla morte ma finché durerà il mondo. «Fu obbediente - si può dire - fino alla fine dei tempi».

Il Re del cielo scendendo dal cielo obbedisce per salvare l'uomo e sugli altari poi sembra che si intrattenga per obbedire agli uomini: «E io non ho opposto resistenza» (Is 50,5). Infatti non si muove dall'altare, rimane dove lo pongono: o esposto negli ostensori o chiuso nei cibori; va dove lo portano, per le strade, nelle case; si lascia dare, nella Comunione, a chi viene dato, sia giusto o peccatore. Durante la sua vita terrena - dice san Luca - obbedì a Maria santissima e a san Giuseppe (cf. Lc 2,51); ma in questo Sacramento obbedisce a tante creature quanti sono i sacerdoti nel mondo: «E io non ho opposto resistenza».

Permettimi oggi di parlare con te, o Cuore amorosissimo del mio Gesù, sorgente di tutti i Sacramenti e soprattutto di questo Sacramento d'amore.

Vorrei darti tanta gloria e tanto onore quanto tu ne dai all'eterno Padre in questo Sacramento nelle nostre chiese. So che tu, su questo altare, mi stai amando con quello stesso amore con il quale consumasti la tua vita divina sulla croce, fra tante amarezze.

Illumina, Cuore divino, chi non ti conosce. Libera per i tuoi meriti, o almeno solleva nel purgatorio le anime afflitte che già sono tue spose per l'eternità.

Ti adoro, ti ringrazio e ti amo con quanti ora ti amano sulla terra e in cielo. Purifica, o Cuore purissimo, il mio cuore da ogni affetto alle creature e riempilo del tuo santo amore.

Prendi, o Cuore dolcissimo, tutto il mio cuore in modo che sia da oggi in avanti tutto tuo e possa dirti sempre: Chi mi separerà da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore? (cf. Rm 8,35.39).

O Cuore santissimo di Gesù, scrivi sul mio cuore le sofferenze così amare che con tanto amore sopportasti per me in terra, affinché d'ora in poi alla loro vista aneli - o almeno sopporti con pazienza per amor tuo - tutte le pene di questa vita.

Cuore umilissimo di Gesù, fammi parte della tua umiltà. Cuore mansuetissimo, comunicami la tua dolcezza. Togli dal mio cuore tutto ciò che non ti è gradito. Convertilo tutto a te, affinché non voglia né desideri se non quello che vuoi tu. Insomma, fa' che io viva solo per obbedirti, amarti, darti gusto.

Riconosco che ti devo molto, perché troppo mi hai obbligato; è poco se mi annullo tutto e mi consumo per te.

Cuore di Gesù, sei tu l'unico Signore del mio cuore.

Maria arca della nuova alleanza

Scrive san Bernardo che Maria è quell'arca celeste nella quale, rifugiandoci in tempo, siamo certamente liberati dal naufragio della dannazione eterna: «Arca nella quale superiamo il naufragio». Infatti è figura di Maria l'arca in cui Noè scampò dal diluvio universale.

Ma Esichio aggiunge che Maria è un'arca più grande di quella, più forte, più pietosa. Infatti l'arca di Noè accolse e salvò poche persone e pochi animali; la nostra salvatrice invece riceve tutti coloro che si rifugiano sotto il suo manto e tutti salva sicuramente. Poveri noi se non avessimo Maria!

Ma quanti si perdono, Regina mia! E perché? Perché non ricorrono a te. Chi mai si perderebbe se ricorresse a te?

Maria santissima, fa' che tutti ricorriamo sempre a te.