VISITA XXIX

Gesù laccio d'amore

«Ascoltate, io sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me» (Ap 3,20).

O pastore amantissimo, che per amore delle tue pecorelle, non contento di esserti sacrificato una volta sull'altare della croce, hai voluto in più nasconderti in questo divin Sacramento, sugli altari delle nostre chiese, per essere più e sempre vicino a bussare alle porte del nostro cuore per potervi entrare; oh sapessi godere della tua vicinanza come ne godeva la sposa del Cantico dei Cantici: «Mi piace sedermi alla sua ombra e gustare le delizie dei suoi frutti» (Ct 2,3).

Oh se ti amassi, se ti amassi davvero, mio amabilissimo Sacramento! Certamente anch'io desidererei, notte e giorno, restare ai piedi di un tabernacolo. Così, fermandomi vicino alla tua maestà, nascosta sotto le sacre specie, vi troverei anch'io quelle divine consolazioni e quella felicità che vi trovano le tue anime innamorate.

Attirami, dunque, con il profumo delle tue bellezze e con l'amore immenso che manifesti in questo Sacramento: «Tu stesso sei tutto un profumo (...). Prendimi per mano e corriamo» (Ct 1,3.4). Allora sì, mio Salvatore, che lascerò le creature e i piaceri di questa terra per correre da te Sacramentato: «Come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa» (Sal 127,3). Oh quanti frutti di sante virtù rendono a Dio quelle anime felici che, come giovani piante, si trattengono con amore intorno ai sacri cibori.

Io invece mi vergogno, o mio Gesù, di presentarmi a te così spoglio, così privo di virtù. Tu hai ordinato che chi si accosta all'altare per onorarti non venga senza offrirti un dono: «Non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote» (Es 23,15). Che cosa devo fare, allora? Non venire più a visitarti? Ma questo a te non piace. Mi presenterò povero come sono; provvedimi tu di quei doni che vuoi da me. Vedo che a questo fine ti trattieni in questo Sacramento: non solo per premiare quelli che ti amano, ma anche per arricchire i poveri con i tuoi doni. Su, via, comincia da oggi.

Ti adoro, re del mio cuore, o vero amico degli uomini, o pastore troppo innamorato delle tue pecorelle. Oggi mi accosto al trono del tuo amore; e, non avendo altro da offrirti, ti presento il mio povero cuore, affinché sia consacrato tutto al tuo amore e alla tua volontà. Con questo cuore posso amarti, con questo voglio amarti quanto posso.

Attiralo, dunque, a te e legalo tutto alla tua volontà cosicché da oggi in poi possa ripetere contento, come diceva il tuo diletto discepolo, legato dalle catene del tuo amore: «Io Paolo, il prigioniero di Cristo» (Ef 3,1).

Uniscimi, Signore mio, tutto a te e fammi dimenticare anche me stesso, affinché un giorno arrivi a perdere felicemente tutto, anche me stesso, per trovare solo te amandoti sempre.

Ti amo, Signore mio sacramentato; a te mi lego e mi unisco. Fatti trovare da me, fatti amare e non ti allontanare mai più da me.

Gesù mio, tu solo mi basti.

Maria via maestra a Cristo

San Bernardo chiama Maria: «Via regale al Salvatore», cioè la via sicura per trovare Cristo e la salvezza.

Se dunque è vero, o Regina, che sei tu - come dice lo stesso santo - colei che conduce a Dio le nostre anime, non aspettare che io cammini da solo verso Dio; portami sulle tue braccia. Portami, portami; e se io ti resisto, portami per forza. Costringi, quanto più puoi, con le dolci attrattive del tuo amore, l'anima mia, la mia volontà ribelle a lasciare le creature, e a cercare solo Dio e la sua divina volontà. Fai vedere al paradiso quanto sei potente. Fai conoscere, dopo tanti prodigi, quest'altro prodigio della tua misericordia: portare a Dio chi era lontano da Dio.

O Maria, tu mi puoi far santo; da te lo spero.